broca

 

Prima della nascita della Neuropsicologia per secoli si era creduto che la mente avesse sede nel cuore, solo con Cartesio si affermò l’idea che il pensiero risiedesse nel cervello, ma ciò nonostante qualche studioso ebbe dei dubbi fino alla fine del 700.

Il modo in cui il cervello “secerne” la mente, è un problema che ha interessato filosofi e naturalisti di ogni epoca, storicamente è stato definito il problema mente – cervello.

La neuropsicologia è nata il 21 aprile 1861, quando lo scienziato Pierre Paul Broca, in una seduta della Società di Antropologia a Parigi, presentò il caso di un suo paziente, che pochi giorni prima di morire aveva perso la capacità di parlare, ma comprendeva senza problemi ciò che gli veniva detto.

Quel paziente, chiamato Tan, poiché era l’unica parola che era in grado di pronunciare, aveva subito una lesione al lobo frontale.

Fino allora si era creduto che la nostra attività mentale dipendesse dal cervello nel suo complesso, Broca riuscì però a dimostrare, la relazione tra la perdita del linguaggio e una specifica area del lobo frontale (in seguito denominata area di Broca), con dati oggettivi e documentabili.

Broca brainBroca dimostrò inoltre che esistono differenze sostanziali anche fra i due emisferi cerebrali: soltanto una lesione dell’emisfero sinistro provocava un’alterazione del linguaggio, mai una lesione all’emisfero destro. Da qui, la famosa frase dello stesso Broca:

Noi parliamo con l’emisfero sinistro

La moderna neuropsicologia, studia appunto le funzioni di ciascun emisfero, la ricerca rivela che i due emisferi cerebrali hanno una modalità di funzionamento fra loro indipendente che danno origine ad autonome risposte comportamentali.