I metamodelli, sono dei filtri interni che l’individuo utilizza (spesso a livello non consapevole) per decidere verso cosa ed in che modo dirigere la sua attenzione.
La nostra mente consapevole può dirigere la sua attenzione solo ad una certa quantità di informazioni in un dato momento, ma il nostro cervello riceve continuamente migliaia di informazioni, per evitare il sovraccarico ogni evento esterno passa attraverso un processo di filtraggio interno.
I metamodelli non sono nè giusti nè sbagliati, rappresentano semplicemente come una persona analizza l’informazione.
I dati vengono filtrati secondo 3 modalità :
- Cancellazione
- Generalizzazione
- Distorsione
Conoscere i meta programmi del nostro interlocutore ci permette, in una certa misura, di predire i suoi comportamenti.
Conoscere i nostri meta modelli ci permetterà di cambiare in meglio.
Come? Rendendo più “specifico” il nostro linguaggio.
CANCELLAZIONE
Selezioniamo certi aspetti della nostra esperienza e non altri.
“Mi odiano” ma “chi ti odia e tu come lo sai?”, mancano delle informazioni.
“E’ la cosa giusta” ma “giusta rispetto a cosa?”, manca il termine di paragone.
“Mi sta usando” ma “ come ti sta usando?”, manca di specificità.
DISTORSIONE
Modifichiamo parte delle informazioni che ci arriva dai canali sensoriali.
La distorsione è anche la ragione per la quale un evento ci può apparire diverso da quello che è.
Lettura del pensiero :“Io non ti piaccio”, si presume di poter interpretare i pensieri e di poter entrare nella mente di un’altro.
Equivalenze complessa: “Sei in ritardo, non te frega niente di me”, si dà per certo il collegamento – non diretto né scontato – tra l’essere in ritardo e ciò che la persona in questione prova in generale per lui/lei.
Causa ed effetto: “Mi fai sempre uscire dai gangheri”, in realtà non esiste il nesso logico.
Distorcere la fonte: “E’ sbagliato criticare così”, omettendo la fonte, il pensiero espresso non è più un giudizio personale ma acquisisce più ufficialità.
Supposizioni: “Se sapessi quanto ho sofferto, non mi tratteresti così !”, qui si suppone che “quanto ho sofferto” sia un dato significativo per tutti.
GENERALIZZAZIONE
Consiste nel trarre conseguenze generali sulla base di due o tre esperienze. Possiamo considerare la generalizzazione anche la maniera con cui impariamo, elaborando le informazioni esterne e traendo conclusioni.
“Nessuno mi può capire” generalizzazioni che escludono eccezioni o scelte alternative, qui parole come tutto, tutti, sempre, nessuno, mai … sono usate per generalizzare una situazione, come se accadesse “sempre così”…
“E’ necessario che tu lo faccia” qui un’opinione personale diventa una regola di comportamento, come bisogna, non si deve…
“Non ci riuscirò mai”, qui una credenza personale sulla capacità di farcela diventa una verità, come frasi del tipo “non si può”, “è impossibile”.
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