Tutti noi assumiamo una quantità di ruoli differenti nelle diverse occasioni sociali.
Non ci mostriamo alla nostra compagna come ai nostri clienti, al nostro datore di lavoro come ai nostri amici intimi, ai nostri conoscenti come ai nostri genitori …
Tuttavia il repertorio dei ruoli è limitato, e in circostanze insolite possiamo essere sprovvisti di un ruolo adeguato o peggio può accadere che due ruoli entrino in conflitto tra loro.
William James scrisse: Non che non vorrei, se potessi, essere insieme bello, grasso e ben vestito, un grande atleta e incassare un milione l’anno, essere un saggio, un rubacuori e poi un filosofo, un filantropo, uno statista, un guerriero e un esploratore africano e poi un’poeta sinfonico’ ed un santo.
Ma la cosa è semplicemente impossibile, il lavoro del milionario si scontrerebbe con quello del santo, il rubacuori ed il filantropo si coglierebbero vicendevolmente in fallo …
Per Ouspensky lo studio dei ruoli era fondamentale per capire quell’intricato meccanismo chiamato Personalità, e sviluppò ‘la teoria dei respingenti’.
I respingenti sono ingegnosi dispositivi mediante cui è attenuato lo shock derivante dall’impatto di due carrozze ferroviarie.
La vita sarebbe insopportabile se l’uomo fosse continuamente consapevole delle sue molte incoerenze, per attenuare il rischio insito nelle sue contraddizioni, abbiamo creato una moltitudine di punti ciechi che ci consentono di non vedere i conflitti in atto tra la moltitudine dei nostri io, una specie di confortevole sonno, per cui possiamo sentirci non insoddisfatti di noi.
Perchè vivere una vita quando se ne possono vivere tante? Ogni minuto della nostra vita ha un valore immenso, ma se non abbiamo capacità di adattarci alle circostanze ed a coloro che ci circondano non potremo sfruttarne l’essenza più pura e profonda di ogni esperienza.
La difficoltà? Non mentire a se stessi.