Una nuova ricerca proveniente dagli Stati Uniti dimostra che i gesti sono fondamentali per veicolare concetti e pensieri. Le frasi più ricordate sono quelle accompagnate da gesti significativi.
Ma non si gesticola solo per farsi capire meglio, ma anche per aiutare se stessi, quando si spiegano concetti difficili, o quando la memoria a breve termine è sotto pressione.
È dimostrato da studi scientifici che il 70-80 % dell’informazione arriva al cervello attraverso gli occhi, a conferma di quanto la gestualità sia una elemento importante – se non fondamentale – della comunicazione.
Infatti gesticolano le persone quando parlano al telefono, gesticolano i bambini piccolissimi, gesticolano i non vedenti quando parlano con altri non vedenti.
Ed anche i leader politici gesticolano.
Barack Obama non lascia nulla al caso: tutti i suoi movimenti, preferibilmente dall’alto in basso, sono studiati.
Sarkozy invece si lascia trascinare più di ogni altro dalle emozioni, si tocca spesso il naso, agita le braccia.
Zapatero ha gesti misurati e convenzionali.
Gordon Brown, è molto controllato, ma spesso gli trema la mano destra quando è in difficoltà.
Angela Merkel, è un’oratrice dai gesti classici e misurati, a volte sembra addirittura avere le mani legate.
Secondo uno studio congiunto dell’Università di Pittsburgh,dell’Università di Chicago e del nostro CNR gesticolare ha un notevole impatto sullo sviluppo cognitivo.
Sono stati analizzati bambini italiani e americani: in entrambe le culture, i bambini che gesticolano hanno maggiore facilità nell’apprendimento e nello sviluppo linguistico complessivo.
Un altro studio dell’Università di Chicago sfata lo stereotipo secondo cui a parlare con le mani siano soprattutto persone di estrazione sociale modesta.
I ricercatori hanno monitorato 50 famiglie con bambini che avevano da poco compiuto un anno; i piccoli di ceto sociale elevato hanno dimostrato un’attività di gesticolazione più intensa e vivace degli altri e hanno espresso in un’ora e mezzo 24 significati gestuali contro i 13 espressi da bambini di famiglie più svantaggiate.
[fonte Repubblica]
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