La Gestalt (o terapia del sé) utilizza un termine tedesco che significa “configurazione totale”.
Creata ed elaborata da Fritz Perls attorno agli anni ’40, è una sintesi di molte correnti di pensiero dalla psicoanalisi all’umanesimo, fino ad arrivare alle filosofie orientali (Zen, Buddismo e Tantra).
E’ la “figlia ribelle” della psicoterapia da cui ha attinto alcuni principi pur rivedendoli.
La terapia della Gestalt è riassunta da Perls in quattro parole: Io, Tu, Qui e Adesso.
L’espressione Io e Tu indica la relazione autentica che si deve instaurare fra terapeuta e paziente, favorendo la singolarità di ogni essere umano.
E’ più importante il presente del passato, il qui e adesso significa affrontare la modalità in cui i vecchi problemi sono ancora radicati nel presente, ed attuare nuove strategie di soluzione.
‘Perché’ nella terapia gestaltica è una parolaccia.
Il ‘perché’ porta nel migliore dei casi a una spiegazione astuta e mai alla comprensione.
Fritz Perls
Il ‘perché’ frutta soltanto indagini senza fine sulla causa della causa della causa della causa della causa della causa…
L’approccio della Gestalt è olistico, vuole rendere consapevole la persona della sua interezza, quindi di tutte le sue parti: pensiero, azione, emozione e fisicità.
Tale consapevolezza e l’accettazione di chi si è piuttosto che di chi ci piacerebbe essere, sono gli elementi di una crescita sana.
La terapia deve aiutare la persona ad accettare la responsabilità dell’auto sostegno in opposizione a un sostegno esterno.
Più consapevoli di cosa desideriamo, sentiamo e percepiamo, consci della responsabilità verso noi stessi, possiamo muoverci nel mondo con maggiore assertività.
La Gestalt postula che ” il tutto è più che la somma delle sue parti” e sviluppa la Teoria della Forma: la percezione si organizza spontaneamente in strutture ben definite, costiuite dalla forma (l’oggetto percepito) e dallo sfondo (il contesto dove si inserisce), come dimostrano ad esempio le sue famose illusioni ottiche.
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