distanza tra persone
Hall, nel libro “La dimensione nascosta“, ha osservato che la distanza in cui ci si sente a proprio agio con le persone dipende dalla cultura di appartenenza. La disciplina che studia lo spazio personale si chiama prossemica.

La zona intima è all’incirca da 0 cm alla lunghezza di un braccio teso, è la distanza della lotta e dell’amplesso, sono udibili i sussurri, la voce richiama emozioni e sentimenti.

Non mantenere questa distanza in pubblico è considerato sconveniente dagli americani, anche in un bus affollato, vige la regola del non-contatto, ognuno si ritrae in se stesso e si evita anche il contatto visivo, al contrario in Medio Oriente non desta alcun fastidio, essere toccati, sfiorati o urtati per la strada da estranei.

Gli inglesi, che fin da piccoli sono abituati a condividere gli spazi di casa con fratelli e sorelle,  si stupiscono che gli americani abbiano bisogno di uno spazio fisso e prestabilito per svolgere il proprio lavoro.

I giovani americani che hanno una stanza tutta per loro, hanno bisogno di un locale per isolarsi, mentre gli inglesi usano barriere interiori, una persona che stia per conto proprio in una stanza con altre non è considerata scortese.

Per i tedeschi la “privacy” è fortemente correlata allo spazio fisico,  ritengono che gli americani dedichino troppa poca attenzione allo spazio personale sul lavoro, non gradiscono le “zone comuni” e di solito tengono la porta del proprio ufficio chiusa.

Gli uomini inglesi governano sulla camera da letto mentre gli americani la considerano uno spazio privilegiato della donna, che chiudendo la porta dimostra la sua non disponibilità  in quel momento.

In Giappone in cui la casa è modulare e varia al variare delle esigenze e delle ore, i mobili sono posti al centro delle stanze, al contrario di ciò che avviene in occidente dove il mobilio è posto lungo le pareti.
I Giapponesi, vivono  situazioni di grande affollamento in molti momenti della loro giornata, ciò nonostante il loro vocabolario non contiene alcun termine corrispondente della parola “privacy” .

Gli arabi tendono a stare molto vicini tra loro, quasi gomito a gomito, americani, europei e  asiatici si tengono invece fuori dal raggio di azione del braccio.

In alcune regioni dell’India, la distanza tra gli appartenenti alle diverse caste è rigidamente stabilita, quando gli individui della casta più bassa (paria) incontrano la casta più elevata (bramini), debbono tenersi a una distanza di 39 metri.

Esistono differenze anche tra i due sessi, per esempio i maschi si trovano più a loro agio al lato di una persona, invece le donne di fronte.

Anche in ascensore i comportamenti sono differenti per esempio gli europei dispongono a cerchio con la schiena appoggiata alle pareti, mentre gli americani si pongono in fila con la faccia rivolta alla porta.

Anche gli animali tendono a mantenere una distanza di sicurezza, che gli consenta di difendersi da un attacco o di iniziare una fuga.

Le informazioni sulle distanze che devono essere mantenute sono codificate e geneticamente trasmesse, fa parte del processo evolutivo, gli animali più deboli sono anche i meno capaci di difendere un proprio territorio. La territorialità facilita la generazione e l’allevamento dei figli, e offre protezione dai predatori.

Quando i piccoli delle scimmie incominciano a muoversi da soli ma non capiscono ancora la voce della madre, la distanza giusta è quella in cui il piccolo rimane alla portata di un braccio. Quando il piccolo raggiunge una certa distanza, la madre allunga una mano, lo prende per la coda e lo tira presso di sé.